Lo stabilimento prende il nome dalla pianta Tamarix Gallica che sorgeva intorno alla sorgente d’acqua scoperta nel 1843 dalla famiglia Schmitz, proprietaria di quei terreni.

L’edificio fu ristrutturato nel 1909 su progetto dell’architetto Giulio Bernardini che, con l’architetto Giusti, volle associare il rinascimento toscano al moresco veneziano, con tipiche decorazioni neo medievali e bizantine.

Ci vollero diversi anni per completare i lavori di restauro e nel 1911 fu inaugurato.
La sala della mescita è decorata dalle opere di Galileo Chini realizzate tramite la sua Manifattura delle Fornaci di San Lorenzo. Pannelli policromatici in ceramica smaltata rivestono i banchi dedicati all’assunzione delle acque con motivi di pesci e uccelli che si alternano a fiori e ad intrecci geometrici, sorretti da colonnine con teste leonine, e con due putti a sorreggere un festone.

Anche il pavimento, opera del Chini, ha decori spirali e geometrici con il simbolo del Fortebraccio, a rievocare lo stemma della Famiglia Schmitz. 
Lo stabilimento Tamerici è stato recentemente riqualificato, tramite l’Associazione Incanto Liberty. Al suo interno si svolgono eventi musicali, mostre, presentazioni; oltre alla possibilità di poter visitare la meravigliosa sala Liberty della mescita al suo interno.